Quando inizi a scrivere qualcosa – qualsiasi cosa – con l’intento o meno di pubblicarlo, la domanda a volte viene spontanea: hai tutte le carte in regola per “essere” uno scrittore? Non mi stancherò mai di ripeterlo: siamo tutti nati scrittori. Scrivere fa parte del nostro corredo culturale, è solo che a qualcuno viene più facile farlo.
Da scrittrice di gialli, sono sempre a caccia di indizi. Ed ecco i miei personali 5 indizi che descrivono lo scrittore tout court.
1. Non smetti mai di leggere. Che poi è la chiave di successo di ogni scrittore, e – allargando il senso della cosa – di ogni persona. Leggere stimola il cervello a pensare, come una fonte illimitata di ispirazione, non solo per le trame di un racconto, ma anche per lo stile di scrittura.
PS: Leggere aumenta il vocabolario. E uno scrittore ha sempre fame di parole nuove.
2. Penna e carta ovunque. Almeno in ogni zaino/borsa, nella tasca interna del giubbotto, sul comodino, in cucina appesi al frigo, ovviamente nella tua work station, a casa e al lavoro. Spesso, poi, lo scrittore sviluppa un’idiosincrasia per un certo tipo di carta (vi è familiare la relazione morbosa con i Post-it?) o per la penna preferita.
PS: L’unico posto dove non ci sono carta e penna? Dove vengono le idee più geniali, tipo sotto la doccia. Infatti mi sto attrezzando con una lavagna a prova di acqua.
3. Paghi l’università ad Amazon. O meglio, con tutti gli acquisti che fa, lo scrittore stai pagando la retta universitaria al figlio di qualche dipendente di Amazon. Ti immagini il tizio che etichetta i pacchi scrivere il tuo nome a memoria nella bolla d’invio, e anche il postino ormai sa che se trova un pacco di Amazon nel suo sacco delle consegne è certamente il tuo. Per maggiori dettagli, vedi punto 1. Inoltre, ricordiamoci che un libro è per sempre, e dopo averlo letto può avere molteplici usi.
PS: si parla di numerosi pacchi perché ormai lo scrittore ha smesso di contare il numero di ebook acquistati.
4. L’eterno editing. Non importa quante volte hai scritto lo stesso passaggio: non sarà mai perfetto e c’è sempre qualcosa che potrebbe essere scritto meglio. In pratica, è un editing senza fine, e questo porta a rendere più difficile la pubblicazione. Povero Chase Williams!
PS: Copyblogger ne sa sempre una più del diavolo, per cui ecco il consiglio numero uno e il consiglio numero due per un vivere serenamente la fase di editing.
5. Il look. Fesseria? Magari sì, ma parlando con i ‘colleghi’ scrittori ci siamo tutti ritrovati a pensare che il look da donna/uomo in carriera non ci piace. Meglio la tuta da ginnastica, un vestito comodo o il più drastico pigiama.
PS: mai visto uno scrittore in giacca, cravatta, auricolare bluetooth e valigetta? Il paradiso dello scrittore non è nella City di Londra, ma sul suo divano con la coperta, il portatile, un pacchetto di patatine e la Wii pronta all’uso!
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Whenever you write something – anything– a crucial question may come up at some point, (regardless of whether you want to be published or not), that is: have you really got what it takes to be a writer? I will never be tired of repeating it: we are all born writers. Writing is a part of our cultural skill set; it’s just that someone enjoys it more than others! As a crime novel writer, I’m always looking for clues. Here are my personal 5 clues which, broadly speaking, describe a writer.
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-.- li ho tutti…..conosci un buon analista? ;P
Purtroppo no, altrimenti non avrei nemmeno scritto questo articolo XDXD
I primi due li ho pure io, gli altri non tanto. Da quando ho il Kindle (ottobre 2011), ho smesso di ricevere pacchi da Amazon, tranne una volta, ma avevo acquistato con un buono regalo, quindi non vale. :D
Per l’editing mi pongo dei limiti: 5 volte. Poi va bene per forza. Altrimenti resta così lo stesso :)
Eh, mi piace vestirmi bene, più che altro mi spiace che, lavorando in casa, non possa farlo, perché non avrebbe molto senso (per esempio, adesso sono in pigiama). Vorrei veramente avere più tempo per dedicarmi alla mia immagine.
Hai letto i miei sintomi? http://ladyanakina.blogspot.it/2013/03/were-you-meant-to-be-writer.html
Mi hai letto nel pensiero, infatti volevo andare a commentare lì! Tnx!
Io i sintomi ce li ho tutti e, anche se scrivere non mi viene facile, mi piace!
Da sempre mi sento spinta a cercare di dare una forma un pò più permanente e ordinata alle storie e ai pensieri che mi si agitano in testa ma tu sai che ho una vita fin troppo ‘impegnativa’ e che fatico molto a trovare il tempo e l’energia necessari per stare dietro a tutte le mie passioni.
Concordo con te che sia importantissimo leggere: per tenere allenata la mente ad immaginare ed imparare dagli stili degli altri scrittori. Ma me succede una cosa strana.
Nei periodi in cui mi faccio prendere dalla lettura, non riesco a staccarmi dalla modalità ‘passiva’ di lettrice/osservatrice per convertirmi alla modalità ‘attiva’ di scrittrice/creatrice, tanto da ritrovarmi a rispondere con grandissimo ritardo persino ad una mail o ad un post interessante come questo :(
Indovina adesso in che periodo sono?
Catia
Catia, mi getti in un dubbio atroce: la butto sul ‘lettrice/osservatrice’: ci ho beccato? :D
Exatto!
Nel periodo in cui mi ero messa a scrivere con una certa regolarità, ho accumulato troppe cose da leggere…
Quando ho cominciato a sentirmi in colpa per questo, mi sono imposta di togliere un po’ alla volta qualche piano all’altissima torre di libri che avevo costruito sul mio comodino ma mi sono accorta di non riuscire più a trovare il tempo per scrivere.
Senza contare che nel frattempo ho scoperto gli ebook e che, quando accendo il tabblet, vado quasi sempre a leggere quelli invece di aprire i miei file con il programma di scrittura.
Spero di riuscire a trovare al più presto un equilibrio che mi permetta di dedicarmi senza eccessi ad entrambi queste mie due passioni.
Due passioni a cui tengo molto ma che non sono le sole che ho. Per esempio: in questo periodo il balcone è pieno di bulbi fioriti, germogli di salice in filigrana e rami di pruno rosa. Se potessi passerei ore e ore a far fotografie, mandando al diavolo tutto il resto ma i doveri della vita chiamano sempre altrove…
Catia, io credo che con tutto il da fare che hai l’equilibrio che hai instaurato tra le tue passioni è molto più che rimarcabile! :)
A volte pretendiamo troppo da noi stessi, anche nelle passioni e nel tempo libero ;)