
Le femministe sono scese di nuovo in campo, questi giorni, per combattere una battaglia che per ora sta avendo poca risonanza nella blogosfera italiana. É la battaglia contro la Lego. Lo so, state certamente pensando la stessa cosa che ho pensato io: ma davvero? Ebbene sì.
La Lego ha lanciato una nuova linea chiamata Lego Friends. Tutta la linea è ambientata in una città che si chiama Hertlake City, e ha a che fare con cinque giovani donne in carriera, i cinque figurini protagonisti della linea, appunto. Sembra chiaro che questo prodotto sia pensato principalmente per un pubblico femminile, e questa è la colpa di Lego Friends. Le femministe in Danimarca, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno sollevato un polverone, accusando la Lego di stereotipare il genere femminile. Le ragioni della guerra contro la famosa azienda danese sono talmente sciocche che ho deciso di riassumere le migliori in pochi punti:
– Le figurine femminili di Lego Friends rappresentano cinque idealtipi differenti di donna: la bionda, la mora, la rossa, l’asiatica e l’afro-caraibica.
– I loro posti di lavoro (ovvero il salone di bellezza/parrucchiere, la pasticceria/sala da tè, la casa di moda, la clinica veterinaria e il laboratorio) sono considerati tradizionali posti di ritrovo delle donne. Inoltre, le loro mansioni lavorative rispecchiano gli unici tipi di lavoro possibili per le donne, sempre ovviamente secondo la sterotipizzazione di genere che le femministe combattono.
– Gli accessori presenti in Lego Friends riflettono il datato luogo comune sulla donna, sempre alle prese con asciugacapelli, graziose tazzine da tè, trucchi, rossetti e smalti. Secondo le femministe, questa idea della donna è superata, quindi la Lego non dovrebbe trasmettere questa immagine ai bambini.
– Non c’è molto da costruire in Lego Friends: i pezzi e i mattoncini sono di meno, più grandi e più semplici da far combaciare. Come se le bambine non fossero capaci di costruire macchine e altre cose difficili come i colleghi maschietti fanno con la linea Lego Technic, per esempio.
Ho sempre sostenuto le cause delle femministe, ma credo che stavolta siano andate un po’ fuori dal seminato. Dato che sia la brava giornalista Costanza Miriano che l’australiano Gizomodo hanno ben spiegato perché i Lego salveranno il mondo, mi limito a elencare una serie di personali affermazioni sulla falsa riga di quelle delle femministe.
– Le figurine della Lego hanno sempre provato a rappresentare l’intera varietà del genere umano, e sono note per essere molto precise e ben curate. Non vedo perché stavolta la Lego dovrebbe cambiare politica. In ogni caso, sarebbe stata accusata di stereotipo di genere ugualmente.
– I luoghi di lavoro precedentemente menzionati non sono solo tipici lavori per le donne. Voglio dire, sbaglio o la donna come la si concepisce in maniera maschilista è tradizionalmente una casalinga e basta? O un’insegnante? O una infermiera? Vedo e sento tutti giorni un sacco di uomini eccellere nei mestieri presenti in Lego Friends. Quanti uomini parrucchieri o pasticceri famosi o stilisti conoscete? Moltissimi, suppongo. E sapete quando le donne hanno avuto la possibilità di diventare veterinarie? La prima veterinaria del mondo si chiamava Mignon Nicholson, nata nel 1903. Troppo presto per non essere considerata un tipico stereotipo femminile? Non credo. E vogliamo parlare di Madame Curie, allora, che lavorava in un laboratorio proprio come fanno le protagoniste di Lego Friends? Che donna convenzionale che era, la signora Curie, che vergogna! Tutte le bambine del mondo che giocheranno con Lego Friends ora vorranno essere come lei, che disastro!
– Gli accessori presenti nel gioco sono gli stessi che si usano nei saloni di bellezza, nelle pasticcerie, nei negozi di abbigliamento. Gli stessi. É come se io pretendessi che non ci fossero gufi, gatti o topi nel mio Lego Harry Potter perché sono animalista.
– Avere meno mattoncini da montare non significa necessariamente che i Lego Friends non siano Lego. Quando ho comprato il Castello di Hogwarts, ho trovato nella scatola l’intero tetto della Sala Grande, già pronto per essere attaccato al resto della costruzione. Questo vuol dire che i capoccia della Lego pensano che io sia troppo scema per non saper costruire e montare il grande tetto di un grande castello di mattoncini?
Per queste e per altre ragioni, care femministe, anziché parcheggiare i vostri bambini davanti alla tv a giocare solo ai videogiochi, forse sarebbe meglio che procuriate ai vostri figli una bella scatola di mattoncini Lego. Non importa quale linea sceglierete di acquistare, perché non farà molta differenza nella testa dei vostri bambini. Il motivo? Perché loro hanno una cosa che gli adulti spesso perdono, o dimenticano: l’immaginazione.
—
There’s battle that some feminist are fighting behind the lines of the internet and press. It’s the battle against Lego. I know, you are thinking the same I thought: is it really possible? Yep, it is.
Lego are launching a new bricks line called Lego Friends. The entire line is set in a town called Hertlake City, and deals with five Lego figurines of young career women. The product is clearly created most for girls, therefore it raises a dust. Feminists in Denmark, UK and US are accusing Lego of gender-stereotyping. The reasons are so silly that I summarized them in few points:
– Lego female figurines represent five different type of woman: the blonde, the brunette, the red, the Asian, the Afro-Caribbean.
– Their workplaces (hair salon, pastry store, veterinary clinic, fashion house and laboratory) are considered as traditional women’s meeting places as well as their only job functions ever possible, according to the women stereotyping of course.
– Lego Friends’ accessories reflect the old-time woman’s commonplace, always struggling with hair dryers, pretty coffee cups and make-up. According to feminists, this idea of the woman is currently out, then Lego should not pass this image to kids.
– There is not much to build in Lego Friends because the pieces and bricks are fewer, larger and easier to fit. As if girls were not able to build machines that boys use to built with Lego Technic’s line.
I have always supported feminists battles, but now I guess they are quite wander from the subject. Since the italian journalist Costanza Miriano and the Aussie Gizmodo are well explained why Lego will save the world, I restrict myself to draw up a series of personal statements on the same line as those previously listed by feminist part.
– The female figurines reppresent the variety of women’s world. Lego figurines are known to be accurate and to always represent the whole human race. I don’t understand why Lego should change its policy for this specific line. It was charged of gender-stereotyping anyhow.
– The workplaces mentioned above are not a typical women’s workplaces. They are common places where anyone could work. I mean, isn’t the woman traditionally an housewife, isn’t she? Or a teacher? Or a nurse? Well, I see everyday lots of men excelling in Lego Friends’ jobs. How many famous male hair stylists or fashion designers or pastry chefs do you know? A tons as I know, I suppose. When were women able to study to become a veterinary? The first female vet was Mignon Nicholson. She was born in 1093. Too early to be considered a typical woman stereotype? I don’t think so. Then it’s the same for Marie Curie, who used to work in a laboratory as the female figurines in Lego Friends used to do. Mrs Curie, what a conventional woman you were, blame you! All the girls in the world who are going to play Lego Friends will emulate you, what a huge disaster!
– These are accessories used in beauty salons, pastry shops or tea rooms and in clothing stores. This debate would be equally stupid like mine if I debated that in my Lego Harry Potter there were no owls or cats or mice because I’m an animal activist.
– Having few bricks to built do not mean that Lego Friends is not a real Lego so far. When I bought Lego Harry Potter’s Hogwarts Castle, I found the entire roof of the Great Hall yet ready and built in the box. I just had to stick it to the rest of the built castle. Does this mean that Lego managers think I’m so dumb that I don’t know how to build a roof in a castle?
So, dear feminists, instead of parking your kids in front of the tv playing videogames all the time, please make sure that they have a box of Lego bricks in their bedrooms. It doesn’t matter how lines or bricks styles you choose to buy, kids won’t notice it, because they have something that adults often forget. The imagination.
Articolo stupendo, Pinnera! ho letto con gran piacere questo tuo pezzo, in primis perché come al solito fai magie (tanto per stare in tema Hogwarts&co) con le parole, ma soprattutto perché le varie questioni femministe (il plurale è d’obbligo) sono uno degli argomenti che prediligo maggiormente (assieme a Harry Potter, ovviamente). Non posso non essere d’accordissimo col tuo punto di vista: la vicenda a me è parsa un’inutile polemica tanto per aggiungere benzina su un fuoco che ormai si va spegnendo; il dibattito su diritti e distinzioni di genere si è di molto ridimensionato negli ultimi 40 anni, in luce del fatto che le donne finalmente ( anche se non totalmente, c’è da riconoscerlo) hanno ottenuto ciò per cui hanno lottato. Ma si parla pur sempre di una sensibilità relativamente nuova rispetto a schemi culturali e religiosi di cui purtroppo siamo succubi, che sono vecchi di millenni. E certamente sbraitare sui presunti messaggi che un’azienda di giocattoli vorrebbe trasmettere non porta a nulla di costruttivo ( anche se si parla della Lego). Questo genere di polemiche serve solo a “ghettizzare” la donna e rendere ridicole le posizioni di un genere che secondo me ha tantissimo da dire, ma non in questa maniera: Con quale faccia di bronzo poi ci si lamenta del maschilismo della società? Non è meglio incazzarsi se un nano col parrucchino giustifica i suoi bassi pruriti con minorenni con la scusa della beneficienza ai poveri? Ad ogni modo, per la laurea voglio una fornitura di Lego vita natural durante.
Cara Jubi, mi sembra proprio che tu abbia centrato il punto del mio discorso. Scendere in trincea per una così sciocchina equivale a ridicolizzare decenni di lotta femminista che ha costruito una società decisamente migliore per le donne stesse. Salvo poi essere presenti con ancor minore respiro mediatico in altre contestazioni antifemministe più gravi e offensive per il ruolo della donna in ogni tempo.
Anzi, sai che ti dico? Che mi hai dato un’idea e domani il Daily Pinner continuerà su questa rotta. Grazie Jubi ;)
Stai scatenando una bestia, ti avverto. U.U
Correrò questo rischio ;)
perchè si sono accanite sulla lego quando la matel produce da anni un gioco che è nato dallo stereotipo della donna casalinga: Barbie!!! che parlino di questo al posto di demonizzare il gioco + figo della mia infanzia!!!
Ciao Rachele, grazie per aver commentato. E con un’ottima argomentazione, davvero ottima ;)
Spezziamo una lancia a favore della Mattel: ok che le Barbie sono stereotipizzate a livelli indecenti ma….Ken non ha il pene. Su questo ci rifletterei.
AHAHAHAH! Preparati per domani, Jubi!
[…] Daily Pinner A kiwi a day keeps the doctor away Vai al contenuto HomeChi? / Who?Disclaimer ← Che le femministe non tocchino i Lego / Don’t let feminists touch Lego […]
Questo commento è stato tolto perché gratuitamente ingiurioso e non rispetta le regole base della Netiquette. Mi spiace editare i commenti di chi spende del tempo a rispondere ai post, ma non è giusto nemmeno nei confronti di chi legge. :)