
Caro diario,
oggi sono diventata adulta. É quel momento cruciale in cui ti rendi conto che l’infanzia, l’adolescenza, l’incoscienza della prima parte della tua vita non ritorneranno più. É il momento in cui inizi a pensare alle cose passate come a dei ricordi.
Avevo 2 anni, quando a Nuoro – la città dove sono nata e cresciuta – è stato istituito un meeting internazionale di atletica leggera. Sia il meeting che la società di atletica furono intitolate a Paolo Delogu, un atleta sfortunato che morì molto giovane. Avevo circa 7 anni – forse di meno – quando ho visto dal vivo per la prima volta un’asta lanciare un uomo verso il cielo.
Dopo 26 anni, quest’anno il meeting internazionale di Nuoro non andrà in scena. É colpa della crisi – hanno detto i politici – perché non c’è abbastanza denaro per finanziare un evento sportivo internazionale, che ha portato in Sardegna stelle dell’atletica, primatisti del mondo, leggende olimpiche senza tempo.
Non ci sono soldi, non ci sono aiuti, non ci sono sponsor, non c’è nemmeno il campo: la struttura che ha sempre ospitato il meeting è stata dichiarata inagibile 20 mesi fa, e niente è stato fatto per renderla agibile, fino ad ora.
Vorrei incazzarmi, urlare, andare da chi di dovere a dire loro che non è giusto e che sono degli stronzi, tutti. Poi vorrei tornare qui a piangere e a pensare allo spettacolo che ci viene scippato, alla lista dei campioni che ho visto, che solo a nominarli tutti ci vorrebbe un post a parte. E a ciò che questo Memorial, la società di atletica e quel campo rosso mi hanno dato, come atleta e – soprattutto – come persona.
Sul campo di atletica ho trovato i miei amici più fraterni, ho imparato cosa significa fare dei sacrifici per ottenere dei piccoli risultati, e ho assaporato a fondo il piacere di migliorare, come persona e come atleta.
Al campo di atletica mi sono guadagnata i primi soldi vendendo gelati.
Al campo di atletica mi sono fatta male, e mi sono fatta anche molto male. Ma poi sono guarita, e sono tornata a correre, perché al campo ho imparato che chi si arrende non vince le Olimpiadi.
Al campo di atletica ho pianto e vomitato per la fatica, mi sono innamorata, ho commesso errori e ho sempre trovato una persona più adulta che mi consigliasse.
Il campo di atletica era una seconda casa, e i compagni una seconda famiglia. E il Memorial era una grande festa per stare con i ‘colleghi’ più bravi e famosi e far capire a tutte le altre persone – almeno una volta all’anno – cos’è quella luce negli occhi di chi va a correre, lanciare e saltare su quel campo rosso. Con il sole cocente, il vento forte, la pioggia scrosciante, il freddo pungente, la neve alta.
Ecco, cosa hanno fatto i politici e le istituzioni: hanno ucciso un movimento. Dello sport non gliene frega proprio niente. Il movimento dell’atletica in Sardegna era già in difficoltà per varie ragioni. I meeting come quello di Nuoro – e il loro relativo pubblico – tengono flebilmente in vita l’atletica isolana. E loro hanno deciso di staccare la spina.
Caro diario, oggi sono diventata grande per davvero. Ho capito che le cose non vanno avanti per sempre, e che lo zelo e la passione delle persone non sempre bastano e trionfano, come nei film. Oggi sono diventata adulta, e – ti assicuro – adesso capisco perché i grandi dicono sempre ai piccoli di non aver fretta di crescere.
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Dear diary,
today I have become an adult. It’s that crucial moment in your life when you realized that childhood, adolescence and their recklessness won’t come back anymore.
It’s that moment when you begin thinking to the past as a set of memories.
I was 2, when an international athletics meeting was created in Nuoro – the city where I’ve been born and raised. Both the meeting and the athletics club had been named after Paolo Delogu, an unlucky athlete who died as a young adult.
I was about 7, or perhaps less than 7, when I saw for the first time a pole throwing a man towards the sky. 26 years later, this year, the Nuoro international meeting is not going to happen.
Because of the economic crisis – politicians said – because there is no enough money to fund an international sport event. An event that brought in Sardinia athletics stars, recordmen and Olympic legends.
There is no money, no fund, no sponsor, neither the field: the facility that has always hosted the meeting has been declared impracticable 20 months ago. And nothing has been done to make it become practicable.
So I want to get pissed off, scream, go to whom it may concern and tell them that everything sounds so unfair, and they are such assholes, everyone of them.
Then I want to come back here and cry and think about the show they have stolen to us, about the list of legends I saw at the ‘Delogu’ meeting – a list that deserves its own post – and about how much I grew up thanks to the meeting and the athletics – both as an athlete and as a person.
On the athletics track I found my best and closest friends, learnt what a sacrifice for small result does mean, and tasted the joy of improving. As an athlet and as a person.
On the athletics track’s stands I earned my first money, by selling ice creams.
On the athletics track I got injured. I got a serious injury as well. Then I got well and went back to run, because on the athletics track I learnt that only who never surrenders wins the gold Olympic medal.
On the athletics track I cried and threw up for the hard work, fell in love, made mistakes and always found someone elder than me who could give me the best advice.
The athletics track was my second home, and my mates were my second family. The Delogu meeting was a huge, happy party where I hung out with better and renowned ‘colleagues’ and made other people understand – at least once per year – how are the eyes of people who everyday use to go and run, jump and throw on that red track. Despite the burning sun, the pouring rain, the strong wind, the biting cold and the high snow.
Here is what politicians and istitutions have done: they just killed a movement.
They don’t give a shit for sport. The athletics movement in Sardinia was already in tourble for some reasons. A meeting like the ‘Delogu’ one – and its followers – keeps fleebly alive the athletics in our beloved island. And they have just destroyed all of this.
Dear diary, today I have just become adult, for real. I have understood that things don’t last forever, and that passion and zeal are often – unlike in the movies – not enough. Today I have become an adult, and – for real – at this moment I understand why grown people use to tell kids to not be in a hurry of growing up.
…ho paura di crescere anche io, nello stesso -traumatico- modo che è toccato a te…
quanta tristezza…
Già, si diventa adulti all’improvviso, per strappi, per insulti della vita o per semplice accumulo di ricordi che si fanno avanti tutti insieme e ricadono giù come libri da una libreria dell’Ikea, resa traballante dal sovraccarico.
Ma non è la rabbia, la delusione o il disincanto a renderti adulta, bensì la consapevolezza di essere giunta ad una svolta, a un bivio che dovrai imboccare comunque e, stranamente, solo da una parte senza a poter scegliere perché quel bivio è in realtà una linea retta. E il futuro, contrariamente al passato, non ha ricordi con i quali confortarci, compiangerci, sognare, provare nostalgie. Perché il futuro non esiste che un istante prima di divenire presente e a quel punto scivola via già nel passato di ieri come lacrime in un imbuto.
Verrebbe da dire: “Benvenuta nel mondo degli adulti. Non è poi così brutto smettere l’infanzia…” ma sarebbe come ingannare il proprio specchio. E Questa è una cosa che, lo sappiamo bene, è impossibile da realizzare.
Benvenuta, va bene. Senza aggiungere altro.
Ciao Umberto,
hai ragione, quel bivio è una linea retta, e probabilmente l’avrei incontrato molto presto.
Mi fa male e mi spiace che questo inevitabile gap sia legato a una realtà che sarebbe potuta continuare ad esistere, come un bel fiore viene soffocato dalle erbacce.
Tutto qui. Non ho mai avuto paura di crescere. É solo che avrei preferito uno schiaffone a questo. Mi avrebbe fatto meno male.
Grazie per essere passato di qui. E per il benvenuto :)
veramente una tristezza…. distruggere una cosa come il Memorial che tanto ci ha regalato e molto ha da insegnare a gente che preferisce insultare cittadini e atleti non solo del capoluogo barbaricino…
Chiude la biblioteca e chiude il nostro campo scuola… ditemi voi di cosa si deve lamentare Nuoro se poi i giovani scappano da li.
Esatto, Fra. Esatto.
Cosa rimane, non si sa.
Grazie per aver lasciato un commento da chi, quel campo, l’ha vissuto tutti i giorni. E se lo porta sempre con sé, su questo ci scommetto :)
Quel campo, ha segnato la nostra crescita, in tutto e per tutto….
e la rabbia e la tristezza che ti lasciano dentro queste cose, è davvero enorme…
soprattutto per chi ha vissuto dei momenti belli, forti ed intensi li, tra quelle corsie rosso sbiadito, le linee bianche e un traguardo che di anno in anno ci è stato rubato…