
Nella mia lontana città dove sono nata e cresciuta, Nuoro, questi giorni è scoppiato un caso. É successo che la biblioteca comunale – storica istituzione e punto di riferimento e di ritrovo di giovani e meno giovani – sta chiudendo. La causa? La crisi economica, la mancanza di fondi, e forse un po’ di mala gestione.
Che mica è una cosa nuova, in Italia.
É successo anche che la giunta comunale, assieme a quella della provincia, ha organizzato una manifestazione – chiamata ‘Cenere’ – in una delle piazze simbolo del centro storico nuorese, piatta Sebastiano Satta. Il nocciolo della manifestazione coinvolge lettori e libri: per smuovere l’opinione pubblica e sensibilizzarla nei confronti di questa situazione, il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi e il presidente della Provincia Roberto Deriu invitano la popolazione a bruciare un libro.
I due politici fanno sapere – nei comunicati stampa e su internet – che la manifestazione “è il modo migliore per spiegare che ci opponiamo al tentativo di far andare in cenere la nostra comunità, il nostro territorio, la nostra identità culturale […]”.
Ora. Non ho una laurea in comunicazione, né ho 30 anni di esperienza nella pubblicità, ma una cosa l’ho capita: MAI toccare la carta del libro a un lettore.
Nemmeno i più grandi pubblicitari e provocatori della storia della pubblicità e della comunicazione sono arrivati a tanto: baci tra papi, donne anoressiche e morenti, parti naturali stampati su 6×3. Ma bruciare un libro racchiude una simbologia troppo forte, forse anche pericolosa – ricordate la Notte dei Cristalli di Hitleriana memoria?
Ecco. Io credo che il signor Bianchi e il signor Deriu abbiano esagerato. Chiedere ai propri concittadini di bruciare un libro in piazza non è un modo per attirare l’attenzione su un problema grave come la chiusura di una biblioteca, o per risvegliare dal torpore culturale una città. É un modo per far incazzare la gente.
É facile tacciare questi due fantasiosi politici (e quelli da cui si fanno consigliare, non dimentichiamoli) di ignoranza, ingenuità, mala gestione, o quello che vi pare, ma negativo. A me tutto questo spaventa, e dire che ho pure il Kindle, e quindi non dovrei preoccuparmi più di tanto.
Mi spaventano le retoriche, vuote e aride risposte che Deriu e gli altri stanno dando su Facebook ai loro detrattori.
Nuoro viene chiamata “l’Atene sarda” per la sua tradizione culturale e intellettuale.
Mi sa che – grazie anche alla classe politica – anche Nuoro sta lentamente facendo la fine della Grecia.
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In my distant town where I was born and raised – Nuoro, Sardinia – these days a sort of ‘case’ has blown. It happened that the public library – an historic institution, a reference point and meeting place for young and old – is closing. The cause? The economic crisis, the lack of funds and perhaps a little poor management which actually is not new issue in Italy.
It happened also that the City Council, together with Province Council, organized an event – called ‘Ashes’ – at Sebastiano Satta Square, one of the most representing place of the historic centre of Nuoro. The core of the event will involve readers and books in order to stir up public opinion and raise awareness about this situation.
The mayor of Nuoro Alessandro Bianchi and the President of the Province Roberto Deriu have invited people to burn a book. The two politicians made known – through press releases and social networks – that the event “is the best way to explain that we oppose the attempt to burn to ashes our community, our land and our cultural identity […] “.
Now. I don’t have a degree in Communication, nor 30 years of experience in advertising, but I can understand a thing: a reader cannot bear to see a book being destroyed..
Even the greatest advertisers and provocative creatives in the whole history of ads and communication have got as far as this, despite kisses between popes, anorexic dying women and natural birth printed on 6×3. But burning a book is a too strong symbolism, perhaps even dangerous – remember Nazi’s Kristallnacht?
That’s it. I believe that Mr. Bianchi and Mr. Deriu have gone too far.
Asking their citizens to burn a book is not the way to draw attention to a serious issue like the closure of a library or to encourage the cultural awakening of the citizens.
It’s definitely a way to piss people off.
It’s too easy to accuse these two creative (!) politicians (and those who advise them, let’s not forget them) of ignorance, naivete, , or whatever you want, but it is negative as well.
This really scares me, even if I own a Kindle, so I should not worry too much.
I’m scared by the laconic, empty and shallow answers given by Mr. Deriu and the others, who are arguing with their detractors on Facebook.
Nuoro is called “the Sardinian Athens” for its cultural and intellectual tradition.
I guess that – thanks to the political class – even Nuoro is slowly coming to the same end as Greece..
Indipendente dal motivo per cui si arriva ad incitare la gente a bruciare libri penso sia sempre una cosa estremamente orribile e barbara.
Oltre ai roghi di libri dei nazisti mi vengono pure in mente quelli del’inquisizione e poi come non ricordare Fahrenheit 451 e il suo autore, Ray Bradbury, scomparso proprio ieri?
A volte sembra proprio che né la storia né i libri riescano a porre freno all’innata stupidità di fondo della razza umana…
Anch’io ormai compro molti libri solo in formato elettronico per cercare di rimandare per quanto possibile di comprare un’altra casa per far spazio ad altri scaffali ed evitare di continuare ad accatastare volumi in pile assurde sui comodini ma a volte penso che non sarebbe una brutta idea dedicarsi ad impararne qualche libro a memoria perchè non si sa mai…
I tempi che ci aspettano potrebbero essere davvero oscuri!
Esatto.
Tra l’altro, ti ringrazio per aver ricordato la scomparsa di Bradbury, in virtù della quale questa manifestazione sembra ancora di più una cosa allucinante, uno schiaffo in faccia alla storia della cultura dell’uomo.
Qualcuno dovrebbe denunciarli!!! Sono dei criminali, nè più nè meno!!! @_______@
[…] Se vuoi puoi dare uno sguardo anche a questo articolo. […]
[…] 2 anni, quando a Nuoro – la città dove sono nata e cresciuta – è stato istituito un meeting internazionale di atletica leggera. Sia il meeting che la […]
Il paradosso più grande è che nel frattempo, sempre nella nostra pittoresca cittadina, è stato aperto un Caffè Letterario che ovviamente si filano in pochi, e certamente più per il caffè che non per i libri. Ora, io penso che la definizione di Atene Sarda per Nuoro sia ormai datata…mi duole dirlo, ma la nostra piccola, ridente (?) cittadina non offre più quello sfoggio di classe dell’inizio del secolo scorso…siamo un paese allargato come tanti altri, che ormai dimentica persino la sua memoria, e per i giochi politici non è in grado nemmeno di salvaguardare il piccolo patrimonio che detiene.
Ah si, ovviamente la biblioteca si è salvata: ma il disservizio, purtroppo, quello resta.
Jubi, quanto mi dispiace darti ragione. :(