
La scorsa settimana io e Casalinga Ninja abbiamo iniziato a parlare, su queste pagine, dei Wonder Boys. Ragazzi speciali, spesso misteriosi e sfuggenti che attirano tanti sguardi. Il Wonder Boy di Casalinga Ninja l’estate scorsa ha avuto un incontro ravvicinato con un gruppo di ragazzini non italiani, che ha amareggiato e fatto riflettere la sua mamma. Ecco cosa è successo.
Non era certo la prima volta che Casalinga Ninja e Wonder Boy si recavano all’estero, accompagnati dall’esperto marito/papà viaggiatore, e infatti erano già stati a Creta nel 2005. I greci, nonostante la grave crisi economica, si sono mostrati, come durante il loro primo soggiorno, gentili e sensibili tanto da offrire spontaneamente biglietti scontati per monumenti e musei al Wonder Boy. Il più delle volte non c’è stato neppure bisogno di chiedere, né tantomeno “dimostrare” che era disabile (come invece succede in altri Paesi, Italia compresa). Il problema si è presentato invece in hotel con i piccoli turisti provenienti dell’Est Europa (che da adesso chiameremo per comodità “Russi”, ma sono in realtà Russi, Bielorussi, Ucraini, Lettoni, Kazaki, Lituani, ecc.) che hanno fatto sentire molto a disagio tutta la famiglia.
La sensazione era quella di essere sempre osservati, tipo “animali allo zoo”. Casalinga Ninja, non riuscendo a capire perché tanti ragazzini fissassero sopratutto suo figlio, si è subito innervosita. Maschietti e femminucce, indistintamente, si appostavano in acqua a bordo piscina come coccodrilli in agguato, per poi schizzare fuori non appena ci entrava Wonder Boy, come se qualcuno avesse liberato nella vasca uno squalo.
Poi c’erano i “passaggi ravvicinati” a gruppetti di due o tre, (come per farsi coraggio) per poter osservare il “mostro” da vicino. Avanzavano lentamente, pochi passi per volta, pronti a darsi alla fuga al minimo movimento o suono più forte del solito emesso dal Wonder Boy. Perché questi ragazzini avevano paura? Lui non gliene aveva dato motivo perché, sebbene sia un ragazzo strano e rumoroso, non è mai violento. Non va in giro a spaccare le cose o a picchiare le persone e, se può, evita con cura di avvicinarsi a sconosciuti e il contatto fisico in generale.
Casalinga Ninja mi fa un’amara confessione: sia lei che suo marito hanno perso la pazienza più volte, cacciando in malo modo quegli irritanti ragazzini, spesso apostrofandoli con parole non proprio gentili. Eppure, neanche i toni sgarbati hanno portato i loro genitori ad intervenire, ma al contrario, stavano ben attenti a rifiutare ogni tentativo di contatto visivo e comunicazione. Un rifiuto così totale è davvero incomprensibile, e così lo è stato anche per Casalinga Ninja e marito.
Troppo facile ricondurre tutto al cliché dei “nuovi ricchi” rozzi e tamarri (anche se tatuaggi, tanga, gioielli e vodka alle quattro del pomeriggio, più costosi tablet a bordo piscina dati in mano a bimbi piccolissimi davano non poco credito all’ipotesi). Sembrava, piuttosto, che non avessero mai visto un disabile in vita loro, e che osservassero Wonder Boy e famiglia come si faceva un tempo con i fenomeni da baraccone nelle fiere di paese. Esasperata, Casalinga Ninja si è trasformata in Casalinga Grafica, preparando dei foglietti da dare ai bambini che si avvicinavano e si fermavano a guardare a bocca aperta il suo bel mostriciattolo. La richiesta di un Euro, anche se in inglese, sembrava inequivocabile e sperava bastasse a farli desistere. Ne ha distribuiti solo un paio, ma i perfidi pargoletti sono subito corsi a consegnarli alle madri che, dopo averli esaminati, pur stando attente a non incrociare i loro sguardi con quelli di Casalinga Ninja, nel giro di pochi minuti hanno raccolto prole, asciugamani e borse e se ne sono andate via. Anche se non completamente, il messaggio sembrava essere stato compreso. Ormai la vacanza era agli sgoccioli, ma se lo avesse fatto prima, forse, sarebbe stata una vacanza più serena.
Davvero i “Russi” non conoscono i disabili come persone fisiche che vivono nella società? Vi racconto la scoperta di Casalinga Ninja nel prossimo post.
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Last week Casalinga Ninja and I began talking about Wonder Boys. They are often special, mysterious and shifty guys who use to attract people’s attention. Last summer Casalinga Ninja’s Wonder Boy had a closer encounter with a group of not Italian kids, which saddened his mother and made her think about a lot of things. Here is what happened.
It was certainly not the first time that Casalinga Ninja and her Wonder Boy went abroad, accompanied by the expert husband/father traveler, in fact they had already been in Crete in 2005. Although the serious economic crisis, Cretians showed themselves very nice and sensitive about Wonder Boy’s situation, just like the previous vacation. They offered Wonder Boy reduced or free tickets for museums and memorials. Most of the times the family didn’t need to ask or prove his disabled status (as it sometimes happens in other countries, Italy included). On the other side, the problem came in the hotel with little Eastern Europe tourists (who since now I’m going to call “Russians” for convenience, even if they came from Russia, Belarus, Latvia, Kazakhstan, Lithuania etc), who really made the all family feel uncomfortable.
The feelings Casalinga Ninja’s family felt were the sames you can experience under observation, like animals at the zoo. Casalinga Ninja, not realising why so many kids were staring at them – and especially his son – got immediately nervous. Males and females kids, with no distinctions, waited for Wonder Boy into the pool, like crocodiles lying in ambush, then they rapidly getting out from water as soon as he got into the pool, like someone had released a shark.
There were also the we-so-called “close passages”, made in groups of two or three of them, as to take hearts each other, just to see the “monster” closer. They slowly used to move forward, few steps at a time, ready to take flight at any Wonder Boy’s movement, or as soon as he vocalised a little louder than he usually did. Why were those kids so frightened about him? He has never had no occasion for complaint, even because he is never violent, although he is a weird, noisy boy. He doesn’t roam around crashing things or hitting people, and – when he can – he uses to avoid people and physical contact with them.
Casalinga Ninja made me a bitter confession: her husband and she lost their patience many times, chasing away those irritating kids and often calling them with not noce words. Nevertheless, the rude pitches didn’t brought their parents to do something or step in. On the contrary, they was careful to refuse any communications or eye contact with Wonder Boy’s family. It’s such a nonsensical behaviour, the same thing that Casalinga Ninja and her husband thought.
It’s too easy to trace back it to the classic nouveau riche people cliché, who use to be rustic and gross (even if tattoos, thong panties, jewellery and vodka at 4 pm, as well as expensive hi-tech items given to little kids sitting on the poolside really gave credit to this hypothesis). It seemed instead that they have never seen a disabled in their whole life, so that’s why they stared at Wonder Boy as people used to do with sideshow freaks at country fairs. In the end, Casalinga Ninja was so fed up that used her graphic skills to draw some slips to give to the open-mouthed kids who were staring at her little freak. The request for one Euro on the slip seemed to her quite clear to keep them away from her son. She gave them out just a couple, but the kids immediately ran to give them to their mothers, who – after having inspected them with no eye contact with Casalinga Ninja of course – decided to gather their kids and leave the pool.
Message delivered, my dear Casalinga Ninja, too bad that it happened at the end of your vacation. It would have been a more peaceful holiday if she he had done before, perhaps.
Don’t “Russians” know disables as persons who live in our society for real? In the next blog I’m going to tell you what Casalinga Ninja has found out.
Seconda puntata…
Ora la piccola storia che Stefania, tanto pazientemente, mi ha spinto a raccontare comincia apprendere forma e io sono ancora più emozionata della settimana scorsa.
Non mi aspettavo tanta solidarietà ed interesse!
Grazie di cuore anche a nome del mio Wonder Boy…
Grazie in particolare a Stefania per il paziente lavoro di adattamento e traduzione e a tutti quelli che hanno letto, condiviso e commentato il precedente articolo.
<3
Catia
Grazie a te, Catia, per condividere le tue storie, che sono così importanti!
Cara Catia,
con tanta rabbia e le lacrime agli occhi ti posso dire che ti capisco, che ci sono passata tante, troppe volte. Mi dispiace davvero tanto che la vostra vacanza, momento di relax condiviso, sia stata viziata da questi avvenimenti. Sono sicura che per ogni risatina e gesto di scherno ci sarà un sorriso vero da chi vuole bene a te, al tuo Wonder Boy e a tuo marito, senza quelle gabbie mentali che alle soglie del 2013 non dovrebbero nemmeno più esistere.
Ma adesso voglio anche scoprire il seguito!
Cara Liza,
non voglio anticipare niente dell’utimo articolo ma ho paura che ti farà ancora più arrabbiare.
Quello che ho scoperto è ben più anacronistico e assurdo delle gabbie mentali di cui parli.
Un abbraccio a te
e al tuo fratellone
Sono sempre più basito! Comunque, a prescindere dalla nazionalità, l’ignoranza rimane molta…ma il vil denaro aggiusta tutto (in questo caso ha fatto scappare i cattivi), grande Catia!
Giovanni,
preparati ad esser ancora più basito lunedì prossimo: purtroppo c’é molto di più dell’ignoranza dietro.
Non ci credevo neppure io quando ho scoperto il perché del loro comportamento.
Grazie per il tuo commento
Catia
Sono proprio curiosa ora…non credo che l’ignoranza o meglio la meschinità abbia nazionalità, so solo che ci sono persone cattive. La cosa tragica sono gli adulti,i genitori e parenti di quei bambini che non hanno insegnato loro non solo ad essere gentili e rispettosi ma nemmeno l’educazione.
ciao Lidia! <3
Cara Lidia,
come ho già scritto a Giovinobass c’è dietro molto più dell’ignoranza.
Si dice che l’ignoranza non scusa ma è pure tanto comoda.
Quanto alla cattiveria a volte si scopre che pure quella è frutto del desiderio di continuare a vivere comodi e felici in un piccolo mondo perfetto, anche a costo di negare l’esistenza di tante scomode realtà.
Sapete, succede tutti i giorni. tu lotti per dare a tuo figlio una vita il più possibile normale e poi succedono fatti così che ti portano a provare disprezzo per i genitori ottusi e i loro ancora più ottusi figli. Così finisci per andare ai giardinetti quando sai che non troverai nessuno e al mare cerchi sempre la spiaggetta isolata e irraggiungibile in modo da proteggere il tuo cucciolo da sguardi, risatine e commenti fatti sottovoce. Se solo la gente pensasse col cuore e parlasse col cervello collegato…
Ciao Roby,
quello che scrivi è triste, però è anche condivisibile.
In un mondo perfetto nn avresti bisogno di una spiaggia isolata o di studiare l’ora strategica per i giardinetti. Quello che spero è che parlando di questi ragazzi si possa generare quella spinta culturale che azzera tutte le situazioni spiacevoli. :hug:
Al mio Wonder Boy non sono mai piaciuti molto i giardinetti e perciò ho smesso in fretta di portarcelo ma confesso che ero anche molto stanca di dover giustificare il comportamento di mio figlio, raccontando a dei perfetti estranei i fatti nostri perché non sopportavo le occhiate storte, i bisbigli e le risatine e soprattutto di vederli allontanare i figli.
Se ho deciso di raccontare questa storia è perché come ha scritto Stefania sono convinta che soltanto parlando di questi ragazzi si possa generare quella spinta culturale che azzera tutte le situazioni spiacevoli.