Il torneo Olimpico di pallanuoto maschile è appena iniziato, e noi abbiamo chiesto a un esperto della pallanuoto italiana, Alessandro Arbocò, di farci una breve panoramica sulla situazione generale delle squadre.
Non solo Alessandro Arbocò è un grandissimo esperto di pallanuoto a livello nazionale e internazionale (e anche un amico), ma ha fatto visita al Daily Pinner altre volte. Ha scritto per me anche in occasione delle scorse Olympinner, dove ovviamente ha parlato del torneo Olimpico di pallanuoto.
Lascio la parola a lui nelle righe qui sotto, e buona lettura!
La situazione pre-olimpica
Facciamo due conti. L’oro di Londra 2012, vinto dalla Croazia, e il titolo mondiale di Barcellona 2013, andato all’Ungheria, sono stati gli ultimi tornei vinti da qualcuno che non fosse la Serbia.
Da allora Deki Savić e i suoi hanno portato a casa il titolo Mondiale di Kazan 2015, gli Europei di Budapest 2014 e Belgrado 2016, oltre alle ultime quattro edizioni consecutive della World League.
Bastano queste premesse a dare per già assegnato l’oro di Rio? Certo che no, ma ci sarà da faticare molto per sovvertire il pronostico.
Chi vincerà il torneo Olimpico di pallanuoto?
I Delfini in questi anni sono riusciti a correggere uno storico difetto della loro Nazionale, quello di perdere l’idea di squadra nei momenti di difficoltà, e attualmente non hanno ruoli in cui non possano vantare nomi di livello assoluto.
La buona notizia per il torneo è che il livello generale è cresciuto, e fra le dieci partecipanti solo Francia e Giappone rischiano il cappotto.
Grecia e Spagna sono in crescita dopo qualche anno di appannamento e a Belgrado hanno mostrato di potersi battere alla pari col quintetto delle grandi (Serbia, Croazia, Montenegro, Ungheria, Italia), USA, Australia e Brasile hanno dimostrato di non essere dei semplici comprimari anche grazie al lavoro di tecnici di grande esperienza come Udovičić, Fatović e soprattutto Rudić.